Gli ecologisti sono preoccupati per l’impatto dell’umanità sull’intero pianeta, ma altri scienziati valutano il nostro contributo ai cambiamenti del mondo non così elevato.
Un gruppo di ricercatori ha modellato la situazione della completa scomparsa dell’umanità dalla faccia della Terra e ha mostrato che alla natura basterebbero alcuni millenni per rimuovere la maggior parte delle tracce umane.
Uno degli autori dello studio è il biologo di Harvard Edward Wilson.
Egli ritiene che i primi a soffrire della scomparsa della civiltà saranno le specie che abbiamo introdotto: entro 200 anni rimarranno solo i rappresentanti più forti, senza animali e piante ornamentali.
I satelliti in orbita dureranno poco più di un anno. Gradualmente cadranno dall’orbita sulla Terra, che cambia sotto la pressione della natura.
Le città costruite in aree aride, anche le più grandi, saranno sepolte dalla sabbia entro 25 anni. Dopo altri 300 anni, la corrosione avrà consumato completamente tutte le parti metalliche delle costruzioni.
Dopo 500 anni dalla scomparsa della civiltà, dalle città rimarranno pochissime tracce, sparse nella giungla e nel deserto.
Tra 10.000 anni, saranno visibili solo i resti dei maestosi monumenti di pietra, parti della Grande Muraglia Cinese e pietre delle piramidi egizie.
La maggior parte del tempo necessario alla natura per riassorbire la plastica e il vetro. Questi materiali si decomporranno completamente solo dopo 15 milioni di anni.
Gli scienziati ritengono che se dopo 300 milioni di anni si formerà una nuova civiltà sul nostro pianeta, i suoi rappresentanti nemmeno noteranno l’esistenza passata dell’umanità.
