Questa storia è diventata famosa da molto tempo.
L’ingegnere elettrico britannico David Latimer di Surrey, in Inghilterra, ha fatto una vera scoperta.
Ha piantato un “giardino” in una bottiglia nel 1960 e l’ha annaffiato per l’ultima volta nel 1972.
Questo giardino in bottiglia è stato piantato per curiosità, con un solo seme, come parte di un esperimento originale.
Oggi, David è un pensionato di 82 anni ed è ancora orgoglioso del suo “giardino”.
All’epoca, le bottiglie di vetro erano abbondanti sul mercato e l’inglese ha preso una grande bottiglia da 40 galloni che in precedenza conteneva acido solforico.
Ha versato del compost all’interno e, usando un piccolo filo, ha piantato una pianta d’aracnide nel terreno.
Latimer ha posizionato il contenitore vicino a una finestra soleggiata, consentendo alla luce di entrare attraverso il vetro.
Il giardino in bottiglia ha rapidamente sviluppato il suo proprio ecosistema, utilizzando la luce per la fotosintesi e riciclando i nutrienti.
Inizialmente, annaffiava la pianta di tanto in tanto. Ma dal 1972, David ha smesso di annaffiarla. Quel giorno ha aggiunto l’ultima porzione d’acqua e ha chiuso la bottiglia per sempre.
Poiché la pianta cresce verso la luce, di tanto in tanto l’ingegnere sposta la bottiglia dall’altra parte per farla crescere uniformemente.
Ma come è possibile tutto questo?
Secondo quanto riportato dalla BBC, all’interno della bottiglia la pianta converte la luce solare in energia e la utilizza per nutrirsi.
La fotosintesi produce anche ossigeno e rende l’aria umida. Questa umidità “piove” poi sulla pianta.
Le foglie morte cadono, creando anidride carbonica per i nutrienti, che vengono poi assorbiti dalle radici.
Per quanto riguarda il suo esperimento, è un successo affascinante. Latimer ha lasciato il suo mini-ecosistema alla Royal Horticultural Society.